“Questo è il luogo in cui ci giochiamo il futuro, oggi abbiamo bisogno di fare una scommessa in questo settore: c’è bisogno di scuola, è la sfida culturale che dobbiamo vincere al tempo del terrorismo. L’Italia dei prossimi 50-100 anni dipenderà dal modello educativo e universitario. Su questo ci giochiamo una delle chance di essere superpotenza mondiale” ha esordito il premier Matteo Renzi durante il discorso agli studenti della Luiss.
“Siamo il 28esimo governo su 63 per durata. Siamo già in Europa league, ma questo non è certo un buon motivo per smettere” ha continuato.
“Questo governo è considerato tra quelli che comunicano bene. Incapace di fare le cose ma bravo a raccontarle. Io ritengo non sia stato bravo a comunicare quel che ha fatto. Rovescio l’accusa che mi viene mossa: non ha comunicato tutto il ben fatto”.
“Vorrei togliermi qualche sassolino rispetto a chi parla tutti i giorni di deriva autoritaria a proposito del dibattito sulle riforme. Autorevoli pensatori e professori hanno parlato di ‘democratura’, con una crasi tra democrazia e dittatura”.
“Deriva autoritaria è il nome che tali commentatori un po’ stanchi danno alla loro pigrizia. Trovo avvilente che non si ricordi una cosa banale: in un sistema chi è legittimato a decidere non è un dittatore, ma chi è legittimato a prendere decisioni e non le prende, consegna il Paese alla palude. Tradisce la fiducia chi passa il tempo a vivacchiare e a far scorrere i giorni senza che l’Italia abbia le riforme di cui ha bisogno”.
“Ma vi rendete conto che abbiamo avuto 63 governi nel giro di 70 anni? C’e’ qualcosa che non torna. C’e’ qualcosa che non funziona e c’e’ bisogno di una riflessione”. La nuova legge elettorale ed il suo conseguente premio di maggioranza “consente di superare il meccanismo devastante del potere di veto da parte delle forze politiche minori”.
E Renzi lancia una sfida: “faccio una scommessa: se ci rivediamo tra cinque anni vedrete che la legge elettorale sarà copiata da mezza Europa”.