Soprattutto nel sud dello stivale, c’è una prelibatezza che tutti gli amanti del pesce amano ed adorano mangiare persino cruda.
Di cosa stiamo parlando?
Naturalmente dei ricci di mare: singolari nella forma, tondi e ricoperti di aculei appuntiti, lo sono anche nel sapore che conquista al primo boccone e spinge ad acquistarli sebbene il loro prezzo non sia certo basso, anzi.
Sono caratteristici soprattutto della penisola salentina, dove la polpa dei ricci viene mangiata anche cruda togliendola con un cucchiaino, ma per i poco esperti è molto difficoltoso aprirli.
Eppure basta seguire qualche trucco per evitare di farsi mare e gustarseli.
Dopo essersi assicurati della loro freschezza, bisogna prendere i singoli ricci e, con l’apposito attrezzo, tagliare la parte superiore, che si riconosce dalla presenza della bocca.
Una volta tagliata questa parte lo si deve svuotare dall’acqua e da eventuali residui e sciacquarlo sotto l’acqua corrente, prima di estrarre finalmente la parte edibile, cioè le uova, con l’aiuto di un cucchiaino.
In alternativa, si può usare anche un coltello: questo va infilato in corrispondenza della bocca, poi si procede con un movimento rotatorio, simile a quello che viene fatto con un apriscatole, per tutta la circonferenza. Il guscio a questo punto si aprirà dividendosi in due.
Un’altra tecnica consiste nel prendere un coltello a seghetto del tipo utilizzato per tagliare il pane ed iniziare ad intaccare la superficie del riccio con un’incisione a croce. Al termine, con un oggetto pesante, basterà colpire un punto qualsiasi del riccio e il suo involucro si spaccherà.