L’Unione Europea ha recentemente presentato un ambizioso piano per la riduzione dei gas serra che mira a tagliare le emissioni nette di gas a effetto serra del 90% entro il 2040 rispetto ai livelli del 1990. Questo obiettivo fa parte di un percorso più ampio che punta alla neutralità climatica dell’UE entro il 2050, segnando un passo decisivo verso l’adempimento degli impegni presi con l’Accordo di Parigi sul clima e dimostrando la leadership globale dell’UE nell’azione per il clima.
Il piano evidenzia l’importanza di separare le riduzioni delle emissioni dalla rimozione di carbonio, sottolineando che gli Stati membri non possono semplicemente affidarsi alla rimozione di carbonio ma devono parallelamente ridurre le emissioni. Nonostante ciò, si riconosce che la rimozione di carbonio giocherà un ruolo cruciale nel bilanciare le emissioni residue per raggiungere l’obiettivo di zero netto.
La proposta dell’UE ha sollevato dibattiti su diversi fronti, compresa l’agricoltura, un settore sensibile toccato dalle nuove normative verdi. Nonostante le raccomandazioni degli advisor scientifici dell’UE, la Commissione Europea ha indebolito alcune delle proposte relative all’agricoltura in risposta alle proteste dei contadini, che esprimevano preoccupazioni riguardo l’impatto delle regole verdi dell’UE sul loro sostentamento. Tuttavia, la proposta sottolinea la necessità di una transizione equa che non lasci indietro nessuno, enfatizzando un approccio bilanciato che tenga conto degli effetti del cambiamento climatico sui cittadini e le loro preoccupazioni per le proprie condizioni di vita.
Inoltre, l’UE punta a rafforzare la propria leadership nelle industrie pulite e sostenibili, mettendo in campo investimenti significativi in tecnologie innovative quali la cattura e lo stoccaggio del carbonio. Si stima che per raggiungere l’obiettivo proposto sarà necessario catturare fino a 450 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno entro il 2050, in particolare nei settori difficili da decarbonizzare.
Il piano riconosce l’urgenza di agire contro il cambiamento climatico, specialmente alla luce del fatto che il 2023 è stato dichiarato l’anno più caldo mai registrato dal 1850. Nonostante l’ambizione, la proposta del 2040 è per ora una raccomandazione non vincolante che mira a innescare un dibattito politico, con l’intenzione di formulare una proposta formale solo dopo le elezioni al Parlamento Europeo.
Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà investimenti annuali di circa 1,5 trilioni di euro tra il 2031 e il 2040, sottolineando l’immenso sforzo finanziario necessario per trasformare l’economia dell’UE in modo da essere in linea con gli obiettivi climatici a lungo termine.
La Commissione Europea enfatizza che il successo del Green Deal e del conseguente obiettivo del 2040 dipenderà dalla piena attuazione del quadro concordato per il 2030, che include la riduzione delle emissioni di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990. Questo impegno richiede un’azione coordinata a tutti i livelli, dalla politica industriale alla decarbonizzazione dei sistemi energetici, alla mobilitazione degli investimenti nel settore privato e pubblico.
In conclusione, il piano dell’UE per la riduzione dei gas serra rappresenta un impegno significativo verso la lotta al cambiamento climatico, ponendo le basi per una transizione equa e sostenibile verso un’economia a zero emissioni nette.