Le ondate di calore marino stanno avendo un impatto significativo sui microrganismi, elementi fondamentali per l’ecosistema oceanico e la catena alimentare marina. Questi eventi, caratterizzati da periodi prolungati di riscaldamento delle acque oceaniche, alterano le comunità di microorganismi, con effetti a catena che possono modificare gli ecosistemi costieri nel loro complesso.

Uno studio condotto dall’agenzia scientifica nazionale australiana, la CSIRO, ha evidenziato come le ondate di calore marino stiano cambiando le comunità di microorganismi che formano la base della catena alimentare oceanica, con ripercussioni significative sugli ecosistemi costieri. Durante un’indagine su un’ondata di calore marino estrema al largo della Tasmania nel 2015/2016, i ricercatori hanno scoperto che tale evento ha trasformato la comunità microbica nella colonna d’acqua, facendola assomigliare a quella presente più di 1.000 km a nord. Questo riarrangiamento ha favorito la presenza di molte specie inusuali per quella latitudine, portando allo sviluppo di combinazioni uniche di organismi e potenzialmente a cambiamenti profondi lungo tutta la catena alimentare, compreso il destino del carbonio sequestrato dall’atmosfera.
L’impatto delle ondate di calore marino sui microrganismi non si limita a cambiamenti nella distribuzione delle specie; può anche influenzare la dimensione e la composizione del fitoplancton, con specie più piccole che non vengono facilmente consumate da animali più grandi, potenzialmente portando a cambiamenti significativi nell’intera catena alimentare. Queste osservazioni suggeriscono che gli impatti delle ondate di calore marino possono estendersi ben oltre i cambiamenti immediati nell’ambiente marino, influenzando la biodiversità e le funzioni dell’ecosistema in modi che stiamo solo iniziando a comprendere.
La ricerca ha utilizzato un nuovo approccio per semplificare l’osservazione di decine di migliaia di microbi marini, il che permetterà di valutare meglio la salute degli ecosistemi marini e di prevedere come cambieranno con il riscaldamento globale previsto. Questo approccio mira a migliorare la previsione del futuro degli stock ittici e del sequestro di carbonio marino in diverse regioni dell’oceano globale. Tuttavia, mantenere osservazioni come queste, specialmente quelle effettuate in alto mare, è difficile ma cruciale per comprendere e prevedere lo stato futuro degli ecosistemi marini.
I risultati dello studio indicano che le ondate di calore marino, guidate in parte da grandi driver climatici come El Niño e influenzate dal cambiamento climatico antropogenico, stanno aumentando in frequenza, intensità e durata. Questi eventi, precedentemente considerati fenomeni eccezionali, potrebbero diventare lo stato “nuovo normale” per ampie regioni oceaniche entro la fine del XXI secolo, con implicazioni preoccupanti per la salute degli oceani e la sicurezza alimentare globale.
In conclusione, gli studi sulle ondate di calore marino e il loro impatto sui microrganismi sono essenziali per comprendere i cambiamenti negli ecosistemi marini e per sviluppare strategie di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Questa ricerca sottolinea l’importanza di monitorare e studiare i microrganismi marini, indicatori chiave della salute dell’ecosistema oceanico, per prevedere e gestire le conseguenze del riscaldamento globale sugli oceani.