In questo particolare periodo storico anche le Università stanno vivendo un momento duro, costrette alla chiusura degli atenei, a tenere lezioni ed esami online e senza alcuna certezza sulla riapertura a settembre.
Ma, ad onor del vero, la crisi degli atenei nostrani è cominciata da parecchio: lo mostra in modo lampante il progressivo ed inesorabile calo delle immatricolazioni.
In particolare, secondo quanto emerge da un rapporto Almalaurea, dal 2003/04 al 2018/19 le università hanno perso oltre 37mila matricole, con una contrazione del 11,2%. Il calo delle immatricolazioni è più accentuato nelle aree meridionali (-23,6%), tra i diplomati tecnici e professionali e tra coloro che provengono dai contesti familiari meno favoriti.
L’età media alla laurea per i laureati del 2019 è pari a 25,8 anni: 24,6 anni per i laureati di primo livello, 27,1 per i magistrali a ciclo unico e 27,3 anni per i laureati magistrali biennali.
La regolarità negli studi, che misura la capacità di concludere il corso di laurea nei tempi previsti dagli ordinamenti, ha registrato negli ultimi anni un forte miglioramento.
Se nel 2009 concludeva gli studi in corso il 39,2% dei laureati, nel 2019 la percentuale raggiunge il 55,7%, in particolare il 61,0% tra i magistrali biennali, il 56,1% tra i laureati di primo livello e il 43,5% tra i magistrali a ciclo unico. Inoltre, se dieci anni fa a terminare gli studi con quattro o più anni fuori corso erano 15,8 laureati su cento, oggi si sono quasi dimezzati (8,1%).
La quota di laureati di cittadinanza estera è del 3,7% nel 2019 (esclusi i laureati della Repubblica di San Marino): numeri in crescita visto che questa percentuale era pari al 2,7% nel 2009.