La questione sull’obiezione di coscienza è da sempre un problema spinoso: è giusto dare ad ogni medico la libera scelta di praticare o meno un aborto secondo la sua moralità, ma è altrettanto giusto che ogni donna che lo richieda sia assistita e gli venga praticato senza affanni e senza dover cambiare strutture.
Il caso in questi giorni è al vaglio nella regione Lazio ed è stato fatto un passo fondamentale: con un decreto la Regione Lazio obbliga i medici obiettori in servizio presso i Consultori Familiari a rilasciare alla donna che ha scelto di abortire la certificazione necessaria per richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza presso le strutture autorizzate, come previsto dalla Legge 194.
Questo decreto è importantissimo perchè finora i medici obiettori di coscienza in servizio presso i Consultori non ottemperavano alla necessaria trafila per dare la documentazione necessaria alla donna per abortire, perché rientrante nella procedura che regola l’aborto in Italia.
Così da ora, in Lazio, si può obiettare solo sulla pratica dell’aborto ma non sulle attività propedeutiche come l’attestare lo stato di gravidanza e certificare la richiesta della donna che vuole abortire.