L’ombra pesante dell’Antitrust si affaccia sulle aziende che producono applicazioni per dispositivi mobili, quelle definite gratuite e scaricabili dagli appositi store.
L’Antitrust sta avviando un’importante istruttoria in merito ad alcune aziende, in particolar modo due del gruppo Apple che gestisce gli store iTunes europei, Google nel merito di due società e Amazon e Gameloft che producono applicazioni gratuite.
Le app cosiddette gratuite, secondo l’Antitrust, sono in realtà applicazioni si scaricabili gratuitamente ma che successivamente al loro utilizzo richiederebbero degli acquisti supplementari per poter proseguire, dunque non si tratterebbe di un libero acquisto per ottenere una versione “Pro”, come capita spesso per tante app, ma di un acquisto necessario per poter proseguire nell’utilizzo.
L’Antitrust vuole vederci chiaro per cercare di capire se quelle portate avanti sono pratiche ai limiti della scorrettezza commerciale, il problema è legato all’informazione fornita all’utente finale che non è a conoscenza dell’acquisto futuro per proseguire nella app e soprattutto non è informato circa il costo.
Le app, secondo l’Antitrust, fornirebbero informazioni fuorvianti pubblicizzando prodotti che vengono definiti gratuiti, quando in realtà non sono completamente gratuiti, l’istruttoria sarà particolareggiata perché legata ad applicazioni e aziende ben precise.
Negli store le app apparentemente gratuite sono innumerevoli, come innumerevoli sono quelle app che richiedono un successivo acquisto o una cosiddetta espansione per poter proseguire nell’utilizzo, una situazione da monitorare vista l’enorme richiesta del mercato negli ultimi anni.
Cifre molto importanti infatti girano sul mercato delle app, si parla di circa 63 miliardi di euro calcolati nei prossimi cinque anni, mentre già dal mese di febbraio proprio la Commissione Europea aveva già preannunciato controlli per gli store e le app disponibili come gratuite.