L’Apnea notturna è un problema che la scienza moderna non ha ancora risolto completamente, come si può alleviare tale disturbo.
Il processo di cura per le persone con apnea notturna non è lo stesso dappertutto, come riferisce “Sensible Care Improvement Signaling Obstructive Sleep Apnea” del National Health Care Institute.
Con l’apnea ostruttiva del sonno, le persone smettono regolarmente di respirare per un breve periodo durante il sonno. Di conseguenza, sono spesso eccessivamente assonnate e cronicamente stanche durante il giorno, il che riduce la loro qualità di vita.
Per l’apnea notturna esistono dei test del sonno
Le persone sospettate di avere l’apnea notturna di solito si sottopongono a un test di registrazione del sonno come primo passo. Esistono due tipi di test: poligrafia (misura le interruzioni del respiro) e polisonnografia (misura le interruzioni del respiro e l’attività cerebrale). La ricerca mostra che una poligrafia rende la diagnosi altrettanto affidabile di una polisonnografia quando si sospetta l’apnea notturna, mentre è più agevole per il paziente e anche più economica.
Il rapporto di miglioramento mostra anche che mancano prove scientifiche per l’utilità clinica dell’endoscopia del sonno. Viene utilizzato per determinare se un’operazione è necessaria. Mancano anche prove scientifiche che le persone senza disturbi specifici di “OSA” ma con ipertensione o disturbi del ritmo cardiaco traggano beneficio dalla cura dell’OSA. La linea guida più recente per l’apnea notturna lo raccomanda, “senza alcuna prova di benefici per la salute“.
L’apnea notturna tecnicamente si chiama sindrome ostruttiva da sonno apnea-ipopnea (OSAS), precedentemente conosciuta come sindrome da apnea ostruttiva del sonno (OSAS). Questa sindrome è caratterizzata dalla presenza di anormalmente frequenti episodi di interruzioni (apnea) o riduzione (ipopnea) nella respirazione durante il sonno Queste pause respiratorie durano dai 10 ai 30 secondi o più, si verificano almeno 5 volte ogni ora di sonno e possono ripetersi fino a 100 volte a notte. Sono dovuti a ripetute ostruzioni complete o parziali delle vie aeree nella parte posteriore della gola che si verificano durante il sonno.
Questa riduzione o interruzione della ventilazione durante il sonno provoca una mancanza di ossigeno. Il cervello reagisce e la persona si sveglia per riprendere fiato. Questi risvegli sono di breve durata: si parla di “micro-risvegli” di cui la persona è inconsapevole.
I fattori che impediscono il corretto funzionamento delle vie aeree superiori sviluppando l’apnea notturna sono legati in particolar modo ad alcuni fattori tra i quali: sovrappeso e obesità (le più importanti) perché provocano depositi di grasso in gola; l’età perché l’apnea notturna è più comune con l’invecchiamento e si stima che ne sia affetto il 30% degli over 65; gli uomini sono esposti il doppio delle donne; un’ostruzione nasale più o meno permanente, conseguenza di otorinolaringoiatria, chirurgica, allergica, ecc. fattori genetici quali dimensioni e posizione della mascella, della lingua e del palato (ugola, tonsille, base della lingua, ecc.); uso di alcol, sedativi e tabacco che possono peggiorare i sintomi.