Un nuovo studio mostra che la combinazione di due farmaci già esistenti può ridurre la gravità dell’apnea notturna di almeno il 30%.
Il nuovo studio pubblicato su The Journal of Physiology, ha esaminato dodici persone con apnea notturna di età compresa tra 13 e 52 anni. I pazienti hanno partecipato ad uno studio crossover, randomizzato, controllato con placebo. Guidato da Danny Eckert, professore e direttore dell’Adelaide Institute for Sleep Health presso la Flinders University (Australia), ha riabilitato due farmaci esistenti per testarne l’efficacia nella gestione della malattia.
Ricerche precedenti hanno dimostrato che due classi di farmaci, reboxetina e butilbromuro, erano in grado di mantenere i muscoli attivi durante il sonno nelle persone senza apnea e di migliorare la loro capacità di respirare.
Apnea notturna e capacità respiratoria
Adattando i farmaci, i ricercatori hanno tentato di determinare come e se la reboxetina e il butilbromuro potrebbero intervenire con successo per le principali cause dell’apnea notturna. Gli scienziati hanno cercato di bilanciare l’attività elettrica dei muscoli intorno alle vie aeree, prevenire il rilassamento della gola durante il sonno e migliorare la regolazione dell’anidride carbonica e della respirazione durante il sonno.
I risultati dei loro esperimenti mostrano che questi farmaci aiutano ad aumentare l’attività muscolare intorno alle vie aeree dei partecipanti e che la gravità dell’apnea notturna dei pazienti potrebbe essere ridotta fino a un terzo.
“Le attuali opzioni di trattamento per le persone con apnea notturna sono limitate e possono essere un viaggio doloroso per molti“, afferma il prof. Eckert. “Poi esamineremo gli effetti a lungo termine di questi farmaci e di altri simili. Valuteremo se possiamo sfruttare i benefici di un farmaco senza dover utilizzare entrambi”, aggiunge.
L’apnea notturna è una condizione delle vie aeree superiori caratterizzata da pause nella respirazione che possono durare più di 10 secondi o anche più di 30 secondi. Il condotto che va dalla parte posteriore del naso alla gola si chiude ripetutamente durante il sonno, limitando l’apporto di ossigeno e provocando risvegli fino a 100 volte o più all’ora.
Le persone con apnea notturna non trattata hanno anche maggiori probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari e sono anche a maggior rischio di demenza e depressione.