Una buona notizia per tutti coloro che sono in perenne lotta con la bilancia: non sarà più necessario combattere contro i morsi della fame.
Una ricerca condotta dall’Universita’ di Firenze e dall’Istituto di biologia cellulare e neurobiologia del Consiglio nazionale delle ricerche (Ibcn-Cnr) di Roma, in collaborazione con il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia della Sapienza Universita’ di Roma ha scoperto che esistono specifiche aree del crevello che usano l’istamina come neurotrasmettitore, quando ricevono il segnale di sazietà dall’intestino durante il consumo di un pasto da parte di un lipide, l’oleoiletanolamide (Oea).
La ricerca ha scoperto che l’effetto anoressizzante di Oea viene drasticamente attenuato negli animali privi della possibilita’ di sintetizzare istamina, arrivando quindi a comprendere i meccanismi attraverso cui determinate popolazioni di neuroni presenti nel cervello a livello della ipotalamo traducono l’informazione mediata da Oea sullo stato nutrizionale dell’organismo.