Ognuno di noi è particolarmente legato a degli oggetti, magari senza valore estrinseco rilevante, ma che rivestono per noi un’importanza particolare e ci pare quindi impossibile separarcene.
A volte capita che questi oggetti diventano tanti, e sembra che non si ha più spazio dove metterli: arriva quindi il momento di fare una cernita e liberare spazio.
Ma ci sono persone che considerano importanti e irrinunciabili qualsiasi oggetto, tanto da arrivare a soffrire di una vera e propria patologia: la disposofobia.
La disposofobia altro non è che una forma di accumulo patologico: il soggetto ha sempre grandi difficoltà a disfarsi o a separarsi dagli oggetti, che finiscono per accumularsi e invadere gli ambienti in cui vive fino a renderli non più vivibili.
L’accumulo spesso interferisce con le attività domestiche del soggetto, fino a diventare centrale in tutta la sua vita: difficile sviluppare e coltivare anche relazioni sociali quando si vive praticamente sommersi di cose.
Spesso all’origine della disposofobia c’è un trauma di tipo affettivo, come la perdita di una persona cara o una delusione amorosa, ma le cause possono anche essere diverse e concomitanti.
Il trattamento del disturbo da accumulo è molto complesso, ma i due principali interventi per la gestione della disposofobia sono la psicoterapia e il trattamento farmacologico.