Che in Italia la giustizia non sia uguale per tutti è cosa risaputa, che spesso i ricchi e i potenti trovano scorciatoie precluse ai comuni mortali è altrettanto noto. Eppure ci sono ancora casi che stupiscono nel senso opposto.
Che Fabrizio Corona non abbia condotto una vita all’insegna della rettitudine e dell’alta moralità è indubbio, ma che la Corte di Giustizia attesti “la sua pericolosità sociale” e lo condanni a scontare in carcere ben 15 anni.
Nessuno contesta che quelli imputati a Corona siano reati importanti e da sanzionare – estorsione, ricettazione, spendita di denaro falso- ma quello su cui si ci interroga è l’entità della pena. Se il fotografo dei vip deve scontare, giustamente, 15 anni di prigione, perchè assassini, stupratori, stalker no?
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Perchè molti pedofili sono liberi in poche decine di mesi e possono ritornare nei posti dei loro misfatti? E’ giusto fare giustizia, ma non è giusto trovare un capro espiatorio per dimostrare al grande pubblico che la giustizia italiana sa fare ancora il suo corso.

