Un altro dei grandi scandali all’italiana, quando ci si accorge di ammanchi milionari sempre troppo tardi e quando non c’è modo di recuperare la maggior parte delle somme volatilizzatesi nei conti esteri dei furboni di turno.
Stavolta l’ammanco erariale non sarebbe inferiore ai 50 milioni di euro, ammanco delle casse dell’ Asl di Bari: somme che medici dipendenti, personale del comparto e anche cliniche private e professionisti convenzionati potrebbero aver percepito illegittimamente.
Fino ad ora l’inchiesta in corso ha portato a 62 contestazioni dei Servizi di finanza pubblica, e la cosa che appare più chiara è la mancanza assoluta di controlli sull’operato di medici e strutture private, su cui gli esempi si sprecano: persone che hanno dichiarato di lavorare anche 23 ore al giorno, turni umanamente impossibili e richieste di rimborsi di prestazioni effettuate a domicilio definite inconcepibili.
Nichi Vendola ha dichiarato che la linea da seguire è quella di di recuperare le somme erogate e punire i responsabili, ma intanto si spreca tempo prezioso incatenati in lungaggini burocratiche che faranno si che i responsabili la facciano franca.
Intanto i milioni di euro saranno già su una miriade di conti esterma.

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