Un nuovo vile atto di terrorismo? Troppo presto per dirlo con certezza, ma al momento è questa l’ipotesi più accreditata in riferimento a quanto accaduto nelle scorse ore oltreoceano.
Una sparatoria è avvenuta alla Naval Air Station di Pensacola, una base militare in Florida, in cui ci sono 16mila militari e 7400 civili.
Ad aprire il fuoco un marinaio, uno studente di aviazione saudita, sotto terapia psicologica e scontento dei suoi comandanti. È entrato in azione poco prima delle 7 di ieri (le 13 in Italia) aprendo il fuoco in un edificio che ospita classi per l’addestramento.
Il killer ha colpito dieci persone, di cui due morte sul posto e una all’ospedale. Le altre sette sono rimaste ferite. Tra loro anche i due vice sceriffi che per primi sono intervenuti per neutralizzarlo, uccidendolo: uno è rimasto ferito ad un ginocchio, l’altro ad un braccio ma nessuno dei due è in pericolo di vita.
L’episodio segue quello avvenuto solo due giorni prima a Pearl Harbour, la storica base navale a 13 km da Honolulu, nelle Hawaii, dove un militare ha aperto il fuoco uccidendo due persone e ferendone una terza prima di togliersi la vita sparandosi alla testa.