Nel 2014 si era temuto una pandemia mondiale e se ne era parlato ossessivamente, preoccupati che il temibile virus potesse arrivare fino ai nostri paesi, con conseguenze catastrofiche, ma ora che è rimasto confinato ad alcune zone africane sembra non sia poi così importante.
Ed invece l’Ebola continua a mietere vittime, centinaia, soprattutto tra i bambini, che sono i più vulnerabili e quindi i più esposti.
In questi mesi, infatti, nella Repubblica Democratica del Congo si sta temendo la seconda più grande epidemia della storia, dopo quella del 2014 che causò la morte di 11mila persone. Dallo scorso agosto quasi 500 persone hanno perso la vita, quasi 100 sono bambini.
A lanciare l’allarme è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha classificato il virus come una minaccia per il futuro dell’intera umanità, sia Save The Children, per il gran numero di bambini coinvolti.
Solo nelle ultime tre settimane del primo mese del 2019 ci sono stati circa 120 nuovi casi. Negli ultimi sei mesi, almeno 785 persone sono state ritenute infette dal virus. I morti sono 484, il 60% delle quali donne.
Ci sono 4,6 milioni di bambini gravemente malnutriti ed ad aggravare la situazione generale si aggiungono le guerre intestine che devastano il paese: una situazione insostenibile.
L’organizzazione è quindi impegnata, oltre a portare cure ed aiuti immediati, nelle attività di sensibilizzazione delle comunità locali nelle aree rurali, e in particolare nella regione di Beni, la più colpita dall’epidemia, dove vengono anche formati i leader comunitari, con l’obiettivo di renderli in grado di riconoscere i primi sintomi della malattia e individuare le persone che potrebbero essere venute a contatto con il virus.