Nella stessa Costituzione è sancito il divieto assoluto di ricostituire il disciolto partito fascista, che ormai molti decenni fa ha condotto l’Italia in una delle pagine più brutte della sua storia.
Ma l’Italia ha la memoria corta, e negli ultimi anni si è parlato purtroppo sempre più spesso di gruppi di estrema destra intenzionati ad emulare le “gesta” del partito nazista e fascista negli anni della seconda guerra mondiale.
E nelle scorse ore le indagini della Digos di Enna e del Servizio Antiterrorismo Interno hanno portato a 19 perquisizioni in tutta Italia nei confronti di altrettanti estremisti di destra: costoro volevano costituire un movimento d’ispirazione apertamente filonazista, xenofobo e antisemita denominato “Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori”.
Tra le persone coinvolte c’è un pluripregiudicato calabrese, ex “legionario” ed esponente di spicco della ‘ndrangheta, con un passato da collaboratore di giustizia e già referente di Forza Nuova per il ponente ligure.
Ai vertici del gruppo che voleva ricostituire il Partito nazista c’era anche una donna, una 50enne impiegata e incensurata: si faceva chiamare ‘Sergente maggiore di Hitler’ e aveva il compito di reclutamento e diffusione di ideologie xenofobe.
Gli indagati avevano creato una chat chiusa denominata “Militia”, finalizzata all’addestramento dei militanti, mentre cercavano di accreditarsi in diversi circuiti internazionali avviando contatti con organizzazioni di rilievo come “Aryan Withe Machine – C18” e il partito d’estrema destra lusitano “Nova Ordem Social”.