L’ebola continua purtroppo a flagellare i paesi dell’Africa occidentale: centinaia le vittime, gli infetti sono in continuo aumento e le misure di sicurezza adottate per evitare di trasformare l’epidemia in una pandemia mondiale costringono questi paesi a vivere in uno stato di continua allerta, come se si fosse in guerra.
La situazione è particolarmente drammatica in Sierra Leone, dove, come testimonia un cooperante del network dell’ong Avs, i «Bambini sono senza cibo, i prezzi sono alle stelle, economia è in crisi».
Le strade sono deserte, solo che invece di evitare le bombe si evitano i contagiati per cercare di salvarsi dal terribile e letale contagio, e anche i bimbi per le strade, che prima vivevano di elemosina, ora non hanno nessuno che gli offra cibo o sostegno.
Se si aggiunge che il prossimo 18 settembre inizierà la quarantena voluta dal governo per cercare di evitare il diffondersi del contagio, si ha un chiaro, seppure nemmeno lontanamente esaustivo, della situazione di questa gente martoriata dall’ebola.
A fine luglio, la Fondazione Avsi ha lanciato una raccolta fondi per far fronte all’epidemia di Ebola in Sierra Leone.