Negli ultimi anni il mondo intero è stato sconvolto da diversi attentati di matrice islamica, da cui si è evinto senza dubbio l’odio e il rancore che una parte, per fortuna piccolissima, del mondo islamico nutre per l’occidente, cristiano e non.
Ma per chi non conosce i principi base su cui si fonda l’Islam, ed in particolare quelli che gli estremisti seguono alla lettera, è difficile comprendere il perché di tanta violenza.
Ad armare le mani dei terroristi secondo i più è la Jihad: di cosa si tratta?
La parola jihad deriva dalla radice jahada che significa “sforzare, lottare, fare uno sforzo”, e nella lingua araba ha una molteplicità di significati, ma nel mondo occidentale il termine è stato prevalentemente interpretato come la guerra santa contro gli infedeli, lo strumento armato per la diffusione dell’Islam nel mondo.
Una distorsione fatta dalla nostra cultura, che però nulla a che vedere col vero significato.
In generale, l’islam prevede quattro tipi di jihad: i primi tre, rivolti ai singoli fedeli e alla comunità islamica, sono considerati il grande jihad, volto alla pacificazione delle passioni individuali e al mantenimento del benessere della collettività. Il quarto è invece considerato il piccolo jihad ed è indirizzato all’esterno della comunità, sia per difenderla, sia per far trionfare la parola di Dio.
In riferimento all’ultima tipologia, la religione Islamica prevede l’obbligo per i componenti della comunità islamica di difendere, in caso di aggressione, oppressione o persecuzione la comunità stessa (cioè il jihād difensivo) e la facoltà di espandere i domini musulmani (jihād offensivo).