In questo periodo in Italia sono migliaia i lavoratori in cassa integrazione, perché a causa della forzata chiusura delle imprese gli imprenditori non possono pagare gli stipendi.
Ma se l’imprenditore in questione è Aurelio De Laurentis, e le sue possibilità non sono affatto “limitate”, ecco che la sua scelta appare alquanto discutibile.
Nello specifico, il presidente del Napoli Calcio ha deciso di mettere in cassa integrazione per due mesi i 30 dipendenti del club, sospendendo anche la modalità smart working.

A pagare i dipendenti del Napoli sarà quindi, per il momento, lo Stato Italiano: una decisione legittima, visto che si tratta di persone che da diverse settimane, materialmente, non possono svolgere il proprio lavoro, ma che lascia basiti soprattutto perché il club di calcio non ha problemi di liquidità, ha un bilancio in attivo e ha accumulato più di 100 milioni in riserve.
Il Napoli ha poi congelato la mensilità di marzo per i giocatori, in attesa di trovare una soluzione, non facile perché sullo sfondo rimane sempre aperta la vertenza con la pesante richiesta di multe (oltre 2 milioni complessivi) dopo l’ammutinamento del 5 novembre scorso.

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