Da mesi se ne parla, soprattutto sui social, dove si sono create due fazioni ben nette: c’è chi pensa che gli italiani non devono essere più obbligati a pagare scorte per anni a persone che “obiettivamente” non ne hanno più bisogno e chi al contrario pensa che chi si è speso per il paese, correndo “concretamente” il rischio di essere ancora bersaglio di malintenzionati, abbia il diritto eccome alla scorta.
Ma a quanto pare ha vinto la prima visione dei fatti, almeno in questo caso: è stata ufficialmente revocata a scorta al Capitano Ultimo.
La decisione arriva dal Tribunale amministrativo del Lazio che ha respinto il ricorso per “mantenere la sicurezza all’ufficiale e alla sua famiglia”, come riporta in un post lo stesso colonnello Sergio De Caprio, il Capitano Ultimo che arrestò Totò Riina nel 1993.

“Da oggi colpire il capitano Ultimo sarà più facile per tutti”, ha scritto De Caprio su Facebook.
“Stasera a Roma ricorderemo l’arresto di Riina alla casa famiglia – si legge ancora nel post -. Vi aspetto insieme ai carabinieri di allora, ai carabinieri di sempre, quelli che non abbandonano. Ringrazio con le lacrime agli occhi le 157mila persone che mi hanno sostenuto e mi sostengono, firmando la petizione online. Il vostro affetto è un onore immenso per me. Vi porto nel cuore uno a uno“.