La maggior parte di noi ha almeno un animale domestico, che sia un “comune” cane, gatto o pappagallino o un più “estremo” pitone o anaconda.
Stare quotidianamente con loro ci insegna ad amarli e rispettarli come facciamo con tutti i componenti della famiglia e a capire che sono maggiori i benefici che loro apportano a noi, in termini di compagnia, amore ed affetto, piuttosto che viceversa.
E negli ultimi anni si è capito che gli animali possono essere essenziali anche nelle cure e nelle terapie comportamentali, tanto che è nata una vera e propria disciplina: la pet therapy.

Il termine pet therapy letteralmente significa “terapia dell’animale da affezione” e si riferisce ad una terapia che si affianca a tradizionali cure, trattamenti e interventi socio-sanitari già in corso, utilizzando animali e l’amore incondizionato che questi sono capaci di donare.
In buona sostanza, la relazione che si instaura tra uomo e animale nell’ambito della pet-therapy mira ad ottenere effetti terapeutici e benefici in termini psico-fisici nei confronti della persona che vi si sottopone.
I cani e i cavalli sono gli animali più̀ utilizzati nella Pet Therapy, ma si possono utilizzare anche gatti e conigli.
Numerose evidenze scientifiche dimostrano le potenzialità dell’impiego degli animali come strumento di cura, sia in caso di problemi comportamentali, sia in strutture dove si curano le persone generalmente più deboli, come anziani e bambini.