In Italia, dove c’è la fortuna che la sanità pubblica riesce a coprire le dosi di vaccini per tutti i bambini, c’è un’aspra diatriba con i no vax, coloro cioè che si rifiutano volontariamente di vaccinare i propri figli, mettendo a repentaglio la propria vita e anche quella di altri.
Nel nostro paese infatti rischiano di riscoppiare focolai di virus ormai quasi completamente debellati se non si riesce a garantisce la soglia della cosiddetta “immunità di gregge”.
A monito si dovrebbe guardare la terribile epidemia che è scoppiata nelle Isole Samoa negli ultimi giorni.
I casi morbillo segnalati nelle ultime settimane superano i 4.200 nelle isole del Pacifico e i morti sono ben 62.
Nessuna delle vittime è stata vaccinata, ha reso noto il governo che ha deciso di chiudere i servizi governativi per due giorni nel tentativo di fermare la diffusione di una malattia che si pensava fosse quasi eliminata a livello globale, ma ha fatto un pericoloso ritorno negli ultimi anni.
Lo stato di Samoa ha addirittura arrestato Edwin Tamasese, un attivista contrario alla vaccinazione obbligatoria avviata dal governo su tutta la popolazione contro il morbillo.
Secondo i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità, nel 2018 solo il 31 per cento degli abitanti delle Isole Samoa era vaccinato contro il morbillo; secondo gli esperti per prevenire un’epidemia è necessario che lo sia almeno il 95 per cento.
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