Quando pensiamo al terrorismo pensiamo sempre a qualcosa di lontano da noi, e soprattutto a qualcuno che da molto lontano, o comunque appartenente a una cultura ben differente dalla nostra, viene nel “civile occidente” a seminare terrore e morte.
Ma se fossimo anche “noi” a condividere certi valori? O meglio, se anche tra di noi si nascondessero potenziali terroristi pronti a tutti per difendere la “fede” che hanno abbracciato?
Proprio in queste ore sta facendo molto scalpore la notizia secondo cui Lara Bombonati, la foreign fighter italiana accusata di associazione con finalità di terrorismo, è stata condannata a 2 anni e 8 mesi dalla Corte di Assise di Alessandria.
La donna è stata infatti ritenuta colpevole di aver fiancheggiato associazioni terroristiche di matrice islamica mentre era in Siria.
Secondo gli inquirenti, la 28enne avrebbe svolto attività di logistica e di assistenza nell’ambito di una formazione terroristica operante nelle aree di Idlib, città della Siria nord-occidentale situata vicino al confine con la Turchia. Insieme a lei c’era Francesco Cascio, suo compagno che secondo la stampa sarebbe morto in battaglia.
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