Sempre più diffuso anche nel nostro paese, dove trova la seria opposizione dei tassisti che si sento defraudati nella loro professione, Uber è un servizio di trasporto automobilistico privato che mette in collegamento diretto passeggeri e autisti tramite un’app.
In pratica, quando bisogna spostarsi, invece di chiamare un comune taxi ci si può cercare sull’apposita applicazione qualcuno che va nella medesima direzione, condividendo le spese per il viaggio.
Tutto meraviglioso, se non fosse che molto spesso, soprattutto oltreoceano, salire su una corsa Uber significa rischiare di subire molestie sessuali.
Uber stessa ha infatti reso noto che negli Usa nel 2018 si sono verificati oltre 3.000 casi di aggressioni sessuali durante le sue corse, con nove persone assassinate e 58 morte a causa d’incidenti stradali.
Il rapporto sulla sicurezza messo a punto dall’azienda californiana, che contiene gli incredibili dati, ha subito fatto il giro dei media internazionali, anche se l’azienda ci tiene a sottolineare come gli incidenti rappresentino comunque una frazioni infinitesimale rispetto a un numero di corse negli Usa di oltre 1,3 miliardi ogni anno.
E’ la prima volta che l’azienda diffonde questi dati, dopo le pressioni compiute su Uber da istituzioni e associazioni per la difesa dei consumatori perché sia aumentato il livello di sicurezza di chi utilizza la app.