Ci sono ben poche notizie belle come quella di una nascita: una nuova vita che arriva, gioia per i genitori e per l’intera famiglia, qualcuno a cui donare tutto il proprio tempo e le proprie attenzione.
Ma per una famiglia di Brescia proprio il momento della nascita si è trasformato in una tragedia: il neonato appena venuto al mondo, infatti, è deceduto a causa di un temibile batterio.
Nello specifico, il neonato è morto agli Spedali Civili di Brescia a causa del batterio Serratia marcescens, contratto nel reparto di terapia intensiva neonatale.
I genitori, entrambi bresciani, si sono chiusi nel loro dolore e preferiscono non rilasciare dichiarazioni, ma si recano quotidianamente in ospedale per assistere il secondo figlio, gemello della vittima.
Anche lui ha contratto il batterio ed è attualmente uno dei casi sotto osservazione.
I due gemellini infatti non sono stati gli unici contagiati: “Presso il reparto di Terapia Intensiva Neonatale dell’ASST Spedali Civili di Brescia si è sviluppato un focolaio epidemico di infezione/colonizzazione da Serratiamarcescens, caratterizzato da tre casi di sepsi neonatale, un’infezione delle vie urinarie e sei casi di colonizzazione“, ovvero in tutto dieci casi, fanno sapere dalla struttura sanitaria.
I primi due casi diagnosticati, spiega ancora l’ospedale in un comunicato, “sono andati progressivamente migliorando ed attualmente sono in via di risoluzione, purtroppo il terzo paziente ha sviluppato segni clinici da shock settico ed un quadro clinico che è progressivamente peggiorato e, nonostante la terapia antibiotica a largo spettro e tutte le cure intensive prestate, in data 6 agosto ha cessato di vivere”.
Dai tamponi di sorveglianza eseguiti a tutti i neonati degenti nel reparto a partire dal 20 luglio “sono stati successivamente identificati altri 10 casi (dal 20 luglio a 6 agosto) di positività per serratia marcescens, dei quali uno ha presentato quadro clinico di infezione delle vie urinarie dal medesimo germe”.
I carabinieri del Nas hanno già acquisito tutta la documentazione medica.
Sarà l’autopsia disposta dalla procura di Brescia che ha aperto un’inchiesta contro ignoti, a stabilire le cause esatte del decesso del neonato morto. Il piccolo avrebbe contratto il batterio serratia marcescens, che ha resistito alle cure antibiotiche, lo scorso 20 luglio. Il piccolo, nato prematuramente da una coppia bresciana, era ricoverato nel reparto di patologia neonatale dell’ospedale bresciano con il gemellino, che però starebbe rispondendo alle cure.
Sull’accaduto si è mossa anche la Regione Lombardia che ha dato mandato all’Ats di Brescia di avviare “una commissione d’inchiesta per verificare se dal punto di vista amministrativo e sanitario sono state seguite tutte le misure di sorveglianza e contenimento del batterio”.
Ricordiamo che Serratia marcescens è un batterio appartenente alle Enterobacteriaceae. Il nome della specie marcescens è relativo al fatto che il batterio, dopo aver prodotto un pigmento rosso intenso (la prodigiosina), marcisce velocemente in una massa fluida mucillaginosa.
La serratia è presente in genere nel suolo, nelle acque di superficie o di scarico, sulle piante, negli animali, soprattutto negli insetti, e nell’uomo.
L’infezione da serratia viene contratta soprattutto in ambito ospedaliero, in seguito a un lungo ricovero o all’inserimento di cateteri per via endovenosa, intraperitoneale o urinaria. L’infezione può manifestarsi con febbre, brividi, shock settico e insufficienza respiratoria. Tra le malattie associate ci sono le infezioni del tratto urinario, del tratto respiratorio, meningite, infezioni cutanee, otite e parotite.
In genere la terapia antibiotica risulta efficace ma nei soggetti immunodepressi e nei neonati si può presentare in forma più grave e condurre persino alla morte.