Le indagini vanno avanti serrate, per portare alla luce la verità e dare, se possibile, pace a tutti quanti hanno amato il carabiniere Mario Cerciello Rega, ucciso a coltellate mentre era in servizio al quartiere Prati, a Roma.
La sua storia è stata raccontata più e più volte, eppure non sarebbe tutta la verità: a pensarlo fermamente le famiglie dei due giovani americani, Christian Gabriel Natale Hjorth e Finnegan Lee Elder, accusato dell’omicidio, che quindi ora vogliono affidare le indagini a un team di investigatori privati.
“Abbiamo l’impressione che l’opinione pubblica abbia avuto un resoconto incompleto della verità degli eventi. Per questo auspichiamo che la verità venga fuori e nostro figlio torni presto a casa”, è il parere che arriva dagli Usa.
Intanto i genitori di Elder, tramite il loro legale, provano anche a trovare una giustificazione al gesto feroce del figlio: “lder ci ha detto che aveva paura di essere aggredito quella notte, non sapeva che fosse un carabiniere“.
“Stiamo conducendo una serie di accertamenti per stabilire con esattezza la dinamica di quanto è accaduto quella notte sul luogo dell’omicidio e non è escluso che, aldilà delle persone direttamente coinvolte, possano esserci dei testimoni che possano aiutare a chiarire la vicenda“, afferma ancora Roberto Capra, legale di Finnegan Lee Elder.
“Ci auguriamo che la Procura riesca ad acquisire tutte le immagini della videosorveglianza in strada, affinché venga fatta piena luce sul caso“, ha aggiunto l’avvocato.