Finora, nonostante il rischio sempre più concreto di contagi a catena, i lavoratori della giustizia sono stati costretti a stare a contatto con le decine di persone che quotidianamente affollano tribunali ed aule di giustizia.
Una situazione su cui intervenire immediatamente, ed infatti il governo nelle scorse ore ha varato un decreto legge, per dare delle direttive ai dirigenti, per poter organizzare, in tutta sicurezza, il lavoro delle prossime settimane, fino a quando l’emergenza sarà superata.
La soluzione più drastica riguarda la sospensione e il rinvio di tutte le udienze civili, penali e amministrative considerate meno urgenti fino a fine maggio, cui si accompagna un inevitabile stop ai termini di prescrizione e decadenza dei diritti.
Unica eccezione, i processi la cui ritardata trattazione potrebbe produrre grave pregiudizio per le parti e per lo svolgimento del processo stesso. E quindi le udienze di convalida di arresti e fermi, le cause relative ai minori e a tutte quelle situazioni in cui il rinvio potrebbe porre a serio rischio l’incolumità e gli interessi dei soggetti coinvolti, siano essi enti pubblici o privati cittadini.
“Il decreto legge, approvato dal Cdm, consentirà il rinvio delle udienze non urgenti” ha spiegato in una conferenza stampa il Guardasigilli Alfonso Bonafede. “Da oggi per due settimane ci sarà la sospensione feriale degli uffici giudiziari. Dal 23 marzo sarà possibile per i vertici degli uffici giudiziari rinviare le udienze non urgenti. Possibili anche le videoconferenze per le udienze”. Il ministro ha poi sottolineato che le misure valgono fino al 31 maggio ma se ci sarà un calo dei contagi si tornerà lentamente alla normalità.