Il prossimo 25 novembre si celebra la Giornata internazionale contro la violenza di genere: una ricorrenza che non dovrebbe esserci bisogno di celebrare, dato che le donne nei secoli hanno lottato con le unghie e con i denti per raggiungere i diritti e le libertà che hanno ora, e non dovrebbero certo essere considerate ancora dei meri oggetti da uomini che pensano di disporre liberamente di loro.
Eppure i numeri fanno paura, numeri che si riferiscono al nostro paese, che tanto fa che parlare di pari opportunità: ogni giorno in Italia 88 donne sono vittime di atti di violenza, una ogni 15 minuti. Vittime italiane in altissima percentuale ( l’80,2 per cento dei casi) con carnefici italiani nel 74 per cento dei casi.
Un fenomeno che, comunque, nel biennio 2018-2019 appare in diminuzione: “Calano del 16,7% le violenze sessuali (nel 2017 erano in aumento del 14 %), -2,9% i maltrattamenti in famiglia, -12,2% gli atti persecutori. Rispetto al 2018, nel periodo gennaio-agosto 2019 diminuisce del 4% il numero di vittime di sesso femminile sul totale degli omicidi, si passa infatti dal 38% al 34%”.
Aumentano però i casi di femminicidio: si passa dal 37 % di femminicidi sul totale delle vittime di sesso femminile del 2018, al 49% nel periodo gennaio-agosto 2019. Nel 61 % dei casi l’autore del femminicidio è il partner e l’arma da taglio è la più utilizzata.
Le statistiche della Polizia di Stato evidenziano come cambia l’incidenza percentuale sulle vittime di femminicidio: straniere nel 67 per cento dei casi mentre per quel che riguarda le altre forme di violenza le vittime italiane sono l’80 per cento. Una su due lascia figli piccoli e nel 18 per cento dei casi l’autore si toglie la vita.