Yemen, strage di sciiti nella giornata di ieri, 20 marzo, venerdì di preghiera.
Una serie di attentati kamikaze hanno colpito 3 moschee a Sana, tutte frequentate dai ribelli Houthi, un movimento sciita che ha occupato la capitale dello Yemen. Il bilancio è di circa 150 morti.
L’attentato sembra sia stato rivendicato dall’Isis tramite un post su Twitter “è solo la punta dell’iceberg”, ma la Casa Bianca ha invitato alla cautela.
Non vi sono, al momento, chiari collegamenti fra la strage e l’Isis, dichiara l’amministrazione Usa.
Se fossero davvero gli autori dell’attacco, si tratterebbe della prima grande azione coordinata dell’Isis nello Yemen.
Il capo della diplomazia UE, Federica Mogherini, ha dichiarato che “gli attacchi alle moschee e i combattimenti ad Aden mirano chiaramente a far deragliare il processo di transizione nel Paese, esortando tutte le parti a ritornare al dialogo e a negoziati inclusivi”.
Nella capitale hanno agito quattro kamikaze: due direttamente all’interno delle moschee e due all’esterno con un’autobomba. Un piano studiato per fare il maggior numero di vittime possibili.

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