Le forze dell’ordine difendono l’ordine pubblico e la nostra incolumità persino con la vita: purtroppo ogni anno sono tanti coloro che arrivano a morire nel compimento del proprio lavoro.
Ma naturalmente non mancano certo le mele marce, quelle che contribuiscono a macchiare il buon nome di un corpo onorevole ed importante come quello dei carabinieri.
L’ultima brutta storia arriva da Piacenza, dove una caserma dei carabinieri è stata posta sotto sequestro e almeno sette militari sono stati arrestati in seguito a un’inchiesta della procura.
In totale sono 22 le misure emesse dal giudice per le indagini preliminari di Piacenza, Luca Milani: 12 indagati – tra cui cinque carabinieri – sono finiti in carcere, per cinque persone – tra cui il maresciallo comandante della stazione di Piacenza Levante – il giudice ha disposto gli arresti domiciliari, altri quattro – 3 carabinieri e un finanziere – hanno l’obbligo di presentarsi alla polizia giudiziaria. Per un altro militare è stato deciso l’obbligo di dimora e un cittadino italiano è stato denunciato.
«In quella caserma non c’è stato quasi nulla di lecito», ha detto nel corso di una conferenza stampa il procuratore capo di Piacenza. «Solo un militare non appare, allo stato, coinvolto mentre tutti gli altri sono stati colpiti da provvedimenti cautelari».
Oltre al traffico e spaccio di droga, devono rispondere a vario titolo di ricettazione, estorsione, arresto illegale, tortura, lesioni personali aggravate, peculato, abuso di ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici connessa ad arresti completamente falsati, perquisizioni ed ispezioni personali arbitrarie, violenza privata aggravata e truffa ai danni dello Stato.