Ne ha di problemi da affrontare il nostro paese: mai come in questo periodo storico dilagano l’intolleranza, l’esclusione sociale, il male di vivere.
La Chiesa da secoli si è proposta come guida per chi ha perso la retta via, ma la storia odierna, che viene da Piacenza, ci insegna che non sempre , forse, le priorità sono quelle giuste.
Don Pietro Cesena, parroco di Borgotrebbia, frazione di Piacenza, avrebbe potuto prendersela con i violenti, i razzisti, gli estremisti, ed invece durante l’omelia di domenica ha iniziato la sua crociata contro i rapper.
Sì, avete capito bene: durante la celebrazione, senza mezze misure, ha descritto questi cantanti come “stronzi”, sdoganando la parolaccia in chiesa, perché esprimono insofferenza nei confronti della vita e perché la loro musica “fa male ai ragazzi”.
«I vostri figli ascoltano la musica di questi stronzi, presunti rapper, che a ragazzini di 12 anni, che si affacciano alla vita con tutti gli ormoni in circolo gli dicono che tanto la vita finisce in niente», ha detto il sacerdote durante il sermone, E proseguendo il discorso con un attacco accorato: «Io giuro che se ne incontro uno lo picchio, poi mi picchia lui, ma io mi ci butto dentro perché non è possibile che i nostri ragazzi ascoltino da questi stronzi che ciò che vale è solo la carriera, i soldi, il sesso, la droga».
Nelle ore successive, interpellato sulla sua omelia, ha spiegato che il suo è stato «un grido di dispiacere nel vedere quello che accade e per difendere i nostri ragazzi, che attraverso questi messaggi subiscono un vero e proprio corto circuito emotivo. Non ce l’ho con tutti i rapper, ne conosco anche di piacentini che raccontano ad esempio il disagio delle nostre periferie, ma solo con questi che mandano ai ragazzi messaggi terribili e devianti, che creano prodotti fatti apposta per vendere con i peggio messaggi».