Si può essere uccisi, vedersi la vita stroncata nel pieno della giovinezza solo perché si finisce nelle “mire” della persona sbagliata e si sceglie di rifiutare le attenzioni?
A quanto pare sì, ancora nel terzo millennio, e lo testimonia in tutta la sua drammaticità la storia di Imen Chatbouri: la donna, un’atleta, è morta a 37 anni, trovata senza vita su una banchina del Tevere dopo un volo di una ventina di metri ed a toglierle la vita, secondo l’ipotesi più accreditata, un uomo che aveva cercato, senza successo, di “abbordarla”.
Dopo una settimana di indagini serrate, gli inquirenti hanno ricostruito, attraverso le immagini riprese da telecamere di sicurezza della zona, che la donna la notte tra il 1° e il 2 maggio è uscita da un bar di Piazza Venezia con un uomo, salutato qualche centinaio di metri più avanti, ma che non si era lasciata affatto alle spalle.
Lui, il suo killer, l’ha infatti pedinata, per poi assalirla e buttarla giù dal ponte, probabilmente per simulare un suicidio o un incidente.
Ora quindi è caccia all’uomo di cui ancora non si conosce l’identità ma su cui gli investigatori della squadra mobile stanno indagando senza sosta. Nessuna pista è esclusa. Tuttavia, gli investigatori sono convinti che non c’entri l’ultima persona con la quale Imen aveva avuto una breve frequentazione.