Ha 26anni, la faccia pulita, un fisico ben allenato. Dopo il liceo classico, ha fatto l’agente immobiliare. Adesso è un reduce appena rientrato in Italia. Karim “Marcello” Franceschi, di Senigallia, è un attivista dell’Arvultùra, che dal mese di gennaio si trovava a Kobane.
Suo padre, Primo, settant’anni fa ha combattuto sulle montagne toscane con i partigiani della formazione “Marcello”. Da qui il nome di battaglia che si è scelto Karim “anch’io, in un certo modo, mi sento un partigiano” ha dichiarato.
Kobane è un luogo di grande valore strategico, situato al confine tra Siria e Turchia, ma le forze di resistenza sono riuscite a respingere l’attacco.
Karim ha raccontato alla stampa la sua esperienza: ““Se ho avuto paura? Beh, si, ho avuto paura, ma se non si ha paura non si può avere coraggio ed io a Kobane ho visto tanti gesti di coraggio e che danno coraggio”
Frasceschi è “sicuro al 100% di essere stato l’unico italiano a combattere per la difesa di Kobane, mentre i nostri connazionali schierati con l’Isis sono fin troppi. Ma le armi principali del califfato non sono i fucili, ma la propaganda e il terrore. Se ho paura di ripercussioni personali per la mia scelta? No”.
Nicola Mancini, dell’Arvultùra, ha dichiarato: “Siamo orgogliosi della scelta del nostro compagno. Non dovremmo mai dimenticare quello che stanno passando i civili di città come Kobane, aprendoci all’accoglienza di chi lascia luoghi come questi, cosa che invece, anche nella nostra città, non sempre avviene: basti vedere come alcuni candidati a sindaco affrontino la questione degli extracomunitari nei parcheggi”.