Una pericolosa vulnerabilità nei processori Intel mette a rischio la sicurezza di milioni di dispositivi in tutto il mondo. Secondo un recente studio condotto da tre ricercatori del Politecnico Federale di Zurigo (ETH Zurich), una nuova variante dell’attacco Spectre consente di aggirare le protezioni di sicurezza implementate da Intel, esponendo dati altamente sensibili come password, chiavi di crittografia e informazioni riservate del sistema operativo.

Branch Privilege Injection: la nuova minaccia ai processori Intel
La falla, battezzata Branch Privilege Injection, interessa in particolare i processori Intel di nona generazione e si basa sullo sfruttamento avanzato delle tecniche di esecuzione speculativa già al centro delle vulnerabilità Spectre e Meltdown, scoperte nel 2018.
Come spiegato dal team svizzero nel documento pubblicato e analizzato anche da Bleeping Computer e Tom’s Hardware, il problema risiede nei componenti Indirect Branch Predictor (IBP) e Branch Target Buffer (BTB). Questi sistemi, utilizzati per ottimizzare l’esecuzione dei programmi, anticipano le istruzioni future e le precaricano nella cache del chip. Tuttavia, i ricercatori hanno dimostrato che è possibile forzare il processore a eseguire previsioni speculative anche per istruzioni che non hanno i permessi di accesso.
Questa tecnica consente a un attaccante di ingannare la CPU, accedendo temporaneamente a porzioni della memoria riservate al kernel del sistema operativo. I dati, una volta caricati nella cache, diventano estraibili con strumenti già noti nel campo della sicurezza informatica.
Superate le misure anti-Spectre v2: le patch non bastano più
Secondo i ricercatori, la vulnerabilità appena scoperta riesce a bypassare completamente le mitigazioni hardware introdotte da Intel contro Spectre v2, che fino ad oggi avevano retto per quasi sei anni. Queste misure di protezione, pensate per bloccare l’esecuzione speculativa non autorizzata, si sono rivelate inefficaci contro l’approccio raffinato messo a punto dagli esperti svizzeri.
Intel è stata informata della falla già nel settembre 2023 e ha rilasciato una serie di aggiornamenti firmware per correggere il problema. Tuttavia, come dichiarato a Bleeping Computer, le nuove patch hanno un impatto sulle prestazioni dei processori e non si conosce ancora l’estensione esatta del rischio per i dispositivi non aggiornati.
Intel rassicura, ma gli esperti invitano alla cautela
Intel ha dichiarato di non avere, al momento, prove di attacchi attivi che sfruttano questa specifica vulnerabilità. Tuttavia, la società raccomanda a tutti gli utenti di contattare i produttori dei propri dispositivi per eseguire gli aggiornamenti più recenti. Come sottolinea anche The Verge, episodi simili mostrano quanto sia cruciale mantenere sempre aggiornato il proprio sistema operativo e il microcodice del processore.
Conclusione: vulnerabilità sempre più sofisticate richiedono difese proattive
La scoperta della Branch Privilege Injection mette ancora una volta in evidenza quanto sia difficile garantire la sicurezza dei processori moderni contro attacchi basati sull’esecuzione speculativa. Mentre le tecnologie di ottimizzazione migliorano le prestazioni, aprono anche nuove potenziali porte agli hacker. In un contesto in cui i dati sensibili rappresentano uno degli asset più preziosi, la sicurezza a livello hardware diventa una priorità assoluta per aziende e utenti.

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