Per la Suprema Corte di Cassazione è lecito spiare un proprio dipendente su Facebook creando un falso profilo, per costatare se lavora o no.
Sentite che motivazione: esiste la tendenziale ammissibilità dei controlli difensivi occulti anche ad opera di personale estraneo all’organizzazione aziendale, in quanto diretti all’accertamento di comportamenti illeciti diversi dal mero inadempimento della propria prestazione lavorativa.
La questione riguarda la vicenda di un operaio abruzzese addetto alle stampatrici il quale trascurava il proprio lavoro per dedicarsi alla chat.
Cosa alquanto deprecabile, intendiamoci, ma le modalità della scoperta non ci piacciono.
Si crea un falso profilo di una bella donna inesistente, la si porta ad adescare, perché di questo si tratta, l’operaio, e si attende che questo trascuri il proprio lavoro, per poi bastonarlo.
I controlli difensivi occulti non sono ammissibili, perché in questo caso si chiamano con un termine meno arzigogolato, meno retorico e molto più aderente al vero: adescamento, mia cara e Suprema Corte.