“Si è trattato sicuramente di un’incomprensione. Siamo sempre stati molto aperti alla formazione e abbiamo dipendenti di qualsiasi etnia. Credo che il problema fosse una questione di disponibilità di stage: abbiamo un numero eccessivo di richieste da parte delle scuole e non possiamo accoglierli tutti”. Sono state queste le parole pronunciate da uno dei soci dell’Hotel Zara di Milano, in queste ore al centro di numerosissime polemiche per aver negato ad una ragazza musulmana di poter effettuare lo stage presso tale struttura per il velo indossato.
Il socio dell’Hotel ha voluto però precisare che non sono questi i motivi per cui la giovane studentessa dell’Istituto professionale Marignoni non è stata accettata all’interno dell’Hotel ma i compagni della giovane non ci stanno e si dicono stanchi di tali discriminazioni. Sulla vicenda è anche intervenuta la responsabile dei tirocini, Liliana Brini, la quale ha raccontato come si sono svolti i fatti. “Tempo fa, per precauzione, avevamo chiesto alla struttura se il suo velo potesse provocare problemi: di questi tempi non si sa mai. Ma l’hotel ci aveva rassicurato dandoci il via libera. Improvvisamente hanno detto che la questione velo aveva creato problemi in passato e hanno tagliato corto dicendo che preferivano evitare”.
Una vicenda che sta facendo molto discutere e che ancora una volta tira fuori un tema sempre attuale e discusso ovvero quello della discriminazione.